Ecofin a Wroclaw Migliaia di no ai mercati


Antonio Morandi
Oltre cinquantamila i partecipanti alla euromanifestazione indetta dalla Confederazione Europea dei Sindacati e dai sindacati polacchi Solidarnosc e OPZZ (Ogólnopolskie Porozumienie Zwiazków Zawodowych - Alleanza sindacale di tutta la Polonia). L'occasione è stata la riunione dei ministri finanziari dell'Unione europea, presenti il presidente della Bce e il segretario al tesoro statunitense, che hanno chiuso i lavori in anticipo temendo questa grande manifestazione. Dove è stato testimoniato il bisogno di nuove politiche sociali ed economiche e la non rassegnazione dell'Europa del lavoro alle politiche di austerità che i vari governi europei hanno messo in atto in questi mesi.
Un no alla rassegnazione e al progressivo imbarbarimento di un continente che registra oggi 22,7 milioni di cittadini senza lavoro ed una percentuale del 10% di disoccupati che non comprendono il dato di disaffezione di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici che non si fanno più registrare dalle statistiche.

Proprio l'Ufficio statistico europeo Eurostat ha diffuso in questi giorni i dati relativi alla occupazione evidenziando significative differenze tra i Paesi membri dell'Unione, con tassi negativi di disoccupazione come Spagna (21,2%), Lettonia (16,2%), Lituania (15,6%) e con l' Austria al 3,7% l'Olanda al 4,3%, il Lussemburgo al 4,6%. Particolarmente drammatici gli effetti della crisi economica sulla occupazione giovanile. I giovani senza lavoro sotto i 25 anni superano abbondantemente i 5 milioni nell'Europa a 27 di cui 3,143 milioni nell'area Euro.
La crisi economica ha enormi conseguenze sociali: una disoccupazione così grande è il risultato del mercato del lavoro flessibile e precario generato dalle politiche neoliberiste. Anche in questa manifestazione a Wroclaw, la Confederazione Europea dei Sindacati ha voluto ricordare come la turbolenza e la speculazione sui mercati finanziari stanno minacciando la stabilità dell'economia dell'Unione europea e i leader politici devono svolgere un ruolo di primo piano, assumere decisioni e non permettere che mercati e agenzie di rating prendano il comando. 

Le manovre economico-finanziarie che i governi stanno sviluppando in Europa hanno carattere recessivo e non aiutano la crescita ed il patto Europlus deciso dal Consiglio d'Europa spinge l'economia del continente alla depressione. Allo stesso tempo una enorme ricchezza di liquidità non viene investita in attività produttive e viene consumata nel mercato finanziario con la conseguente speculazione sulle materie prime e sui beni alimentari. Ecco la ragione della mobilitazione sindacale europea che chiede che a pagare la crisi sia chi l'ha generata. Al comizio conclusivo nella grande piazza Rynek i vari oratori hanno ricordato che in Europa la solidarietà è più urgente ancora: «Azioni immediate devono essere prese in favore di meccanismi di solidarietà europea sostenendo gli investimenti e scelte di reale ripresa economica».
Nello specifico i sindacati europei ribadiscono come siano da rifiutare i diktat dai mercati finanziari e delle agenzie di rating, le scelte di austerità con conseguente drastica riduzione dei salari e delle protezioni sociali, l'insicurezza e la disoccupazione, soprattutto per i giovani. Come vanno respinte la deregolamentazione delle norme del lavoro e la regressione sociale, gli interventi di indebolimento e di attacco alla contrattazione nazionale collettiva e lo smantellamento del dialogo sociale, la crescita delle disuguaglianze sociali e salariali. Servono posti di lavoro stabili e di qualità; l'occupazione giovanile deve essere una priorità; occorre rispetto per l'autonomia delle parti sociali nella contrattazione collettiva e dei salari, occorre un autentico dialogo sociale; sono necessari la protezione e l'aumento del potere d'acquisto salariale. 
Retribuzioni decenti, pensioni migliori, hanno ribadito ieri i tanti sindacati di ogni Paese (presenti anche le rappresentanze di Cgil Cisl Uil) in un lunghissimo e combattivo corteo multicolore che per ore ha attraversato la città. Una forte attestazione di opposizione dei sindacati all'attacco ai diritti sindacali, alla contrattazione collettiva e contro le misure di austerità.