Protezione civile, emergenza democratica


Dopo averlo incoronato imperatore, Berlusconi ha annunciato che gli piacerebbe nominarlo anche ministro. Guido Bertolaso è ormai il plenipotenziario del territorio italiano, capo di una Protezione civile che si appresta( non più ) a trasformarsi rapidamente in società di servizi spa, sotto il controllo diretto di Palazzo Chigi. Merito del decreto legge 195 approvato dal Consiglio dei ministri il 17 dicembre, che attribuisce poteri straordinari alla Protezione civile e in particolare al suo capo indiscusso. Ma non c’è imperatore che si rispetti senza qualche nemico. E anche Bertolaso, che comunque sembra più un vicerè, ha i propri avversari. Ad esempio la Cgil, che oggi (1 febbraio) rende pubblica una denuncia. “Il paese, il Parlamento, tutta l'opinione pubblica, ormai, sono a conoscenza del disegno anticostituzionale della cosiddetta Protezione civile spa”, dichiara Antonio Crispi, segretario nazionale della Fp. Dopo avere criticato la gestione dell'emergenza Abruzzo in occasione del sisma, le preoccupazioni del sindacalista si concentrano sulla Louis Vuitton Cup che si svolgerà alla Maddalena, in Sardegna, come ‘risarcimento’ per il mancato svolgimento del G8. L’appuntamento, spiega Crispi, “è stato dichiarato 'grande evento' dal governo con un’ordinanza uscita poche ore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del dl 195. Non occorre aggiungere altro - sottolinea ancora il sindacalista - circa la natura affaristica che si sta impadronendo delle istituzioni attraverso la decretazione d'urgenza, né c'è bisogno di dire chi sarà il regista e il materiale, fidato semplice esecutore degli ordini del premier anche per gestire la Louis Vuitton Cup eletta al grado di un'emergenza: il neoministro ad personam Bertolaso”.

Stando alla denuncia di Crispi, Bertolaso vorrebbe “zittire la Cgil con una proposta di procedimento disciplinare a carico di legittimi dirigenti sindacali all’interno del dipartimento della protezione civile. Vuole insomma – prosegue il segretario nazionale della Funzione pubblica -, mettere il bavaglio alla Cgil sempre più preoccupata del contenuto anticostituzionale del dl 195”. L’organizzazione sindacale, conclude il dirigente Fp, “non si lascerà intimidire. Anzi reagirà a misura dell'aggressione che sarà perpetrata contro di essa e contro i suoi legittimi rappresentanti con tutta la sua forza in modo legale e civile”.

Anche il quotidiano ecologista 
Terra ospita, nel numero del 31 gennaio, un duro attacco alla gestione della Protezione civile. Lo firma Giorgio Frasca Polara, che domanda: “Quanti sanno che da quindici giorni l'Italia è in 'stato di emergenza'? Colera? Nuove sciagure nel Paese? No: 'A seguito del sisma verificatosi nel territorio della Repubblica di Haiti'”. Si tratta – prosegue l’articolo – di una “stupefacente decisione” dietro la quale si cela “lo strumento, l'ennesimo, adoperato da questo governo da un lato per dare sempre maggior potere alla Protezione civile e dall’altro lato per scavalcare appunto ogni 'ordinamento', per fare e disfare a proprio piacimento senza alcun controllo”. “La Protezione civile – prosegue Frasca Polara - gode ormai di uno status di assoluta autonomia: tale e tanta da non rispondere più a nessuno, in Italia come all’Unione europea”. E la trasformazione in spa non è che l’ultimo passo: “Che cosa significa Protezione civile spa? Significa che la struttura, ormai enorme e dotata di mezzi imponenti, ha cessato di essere un ente pubblico e, come tale, sottoposto al controllo del Parlamento. La palla dei controlli passa all'Antitrust per le gare d'appalto, e alla Corte dei conti per il controllo contabile. Qualcuno - conclude l’editoriale - già parla di impero-Bertolaso”.

“Non è la prima riforma della Protezione civile da parte di questo governo – commenta la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica –. Avevano dato un primo assaggio già nel 2001, con un intervento che allargò enormemente lo spazio di intervento della vecchia Protezione civile. Oltre agli interventi legati alle calamità naturali, si introdusse da allora il concetto di grande evento. Così la Protezione civile di Bertolaso è stata legittimata a intervenire in tutti gli eventi importanti, dal G8, ai Mondiali di nuoto, passando per le commemorazioni di Padre Pio”. Il fatto preoccupante della “riforma” sta anche nel concetto di emergenza socioeconomica. Non si tratta più infatti di intervenire (con deroghe anche alla prassi normale) in caso di terremoti, alluvioni o altre calamità naturali. Si tratta piuttosto di chiedere alla Protezione civile di occuparsi anche di emergenze “socio-economiche”, termine dietro il quale si può nascondere di tutto.

Un’altra modificazione strisciante (ma già in vigore con il decreto legge del dicembre scorso) riguarda il concetto di verticalità dei poteri interni alla Protezione Civile. Prima della “riforma”, infatti, la Protezione civile si basava su una organizzazione “circolare” (il livello nazionale, il livello regionale e il livello territoriale). Un’organizzazione circolare che risultava funzionale alla missione stessa della Protezione civile che per definizione deve stare nel territorio e deve saper far dialogare le istanze locali con quelle nazionali e nello stesso tempo mettere in comunicazione - in tempi rapidi (o perfino in tempo reale) le indicazioni dei responsabili nazionali con quelle dell’organizzazione periferica. Con la riforma si accentra invece tutto il potere nelle sole mani del capo. Tutto deve far capo appunto a Bertolaso che con la doppia riforma (quella del 2001 e quella in corso di definizione) ha visto aumentare a dismisura i suoi poteri diretti e indiretti.

“La Protezione civile - spiega ancora Agnello Modica - è resa immune e impermeabile alle gare d’appalto e perfino ai controlli della Corte dei Conti. In questo senso, anche sul piano propriamente economico, a Bertolaso si affidano poteri straordinari. Diventa un supercapo che riesce a deliberare impegni di spesa anche a prescindere dalle decisioni ministeriali”. Non parliamo poi di quello che potrà fare la Protezione civile Spa. Oltre a essere immune dai controlli, al nuovo soggetto viene fornito uno spazio di intervento enorme, potendo partecipare in proprio a gare di appalto. In teoria potrebbe partecipare alla costruzione del Ponte di Messina. I poteri enormi concessi a Bertolaso sono speculari a quelli che il governo si è preso d’autorità. Il decreto legge prevede infatti che dovrà essere Berlusconi in persona a decidere le nomine per il Consiglio di amministrazione della nuova società per azioni che potrà fare utili perfino con le disgrazie. Oltre alle evidenti aberrazioni sul piano squisitamente economico, siamo dunque di fronte ad una situazione inedita per il nostro paese. La Protezione civile viene al tempo stesso militarizzata e resa imprenditoriale, sul modello delle aziende del Cavaliere.
Tratto da Rassegna.it