popolazione, ci si potrebbe piegare in due dalle risate per la
situazione comica in cui la comunità internazionale si è trovata. Di
fronte alla sollevazione popolare in Egitto , Tunisia e quasi in
contemporanea, in Libia, tutti i mainstrem mass mediatici si sono
affrettati a dire che era il Nord africa uniti nella lotta per la
libertà e la democrazia che si sollevava.
Inutile sottolineare che i contesti erano diversi che la Libia non è
l'Egitto. Che mentre qui era una rivolta popolare, li vi era una guerra
tra bande, tra tribù rivali e in cui gli appetiti occidentali giocavano
un ruolo determinante. La fretta di sbarazzarsi del rais da sempre
indomito e difficilmente addomesticabile, poco incline ad ossequiare e
più facilmente ossequiabile ( leggi il baciamano del nostro premier)
aveva portato a vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato. E
si stavano già preparando i festeggiamenti del nuovo governo. "Mai più
Gheddafi", si era affrettato a dire il nostro domestico alla Farnesina,
dopo che il suo padrone l'aveva omaggiato in cambio di prebende
economiche/finanziarie/petrolifere. L'orgia mediatica si era scatenata e
ogni giorno si parlava di migliaia di morti ammazzati dei cui corpi non
si vedevano nemmeno l'ombra; di bombardamenti a tappeto , ma le cui
tracce non si vedevano , che sò una casa sventrata, un cratere per le
strade, niente; fosse comuni dove venivano ammassati i cadaveri ma in
cui si vedeva solo un normale antico cimitero ( e di questa balla se ne
è perfino fatto simbolo di verità un impensabile Giovanardi!) ; i
gloriosi corrispondenti che mettevano in posa i guerriglieri civili
armati di kalashnikov Ak-47 che sparavano alle mosche fingendo combattimenti con il nemico,
oppure vecchie mitraglie calibro 50mm che sparavano raffiche al cielo
mentre il videooperatore scrutava un cielo azzurro alla ricerca di
improbabili aerei a seimila metri di altezza nell'intento di bombardare,
ostacolati appunto da quel ferro vecchio in posa e i guerriglieri
tutt'intorno a festeggiare non si sa cosa e perché.
La realtà però ha dimostrato che non di rivolta popolare si trattava, e
che il potere corre sulla canna di un fucile , come ebbe a dire un
presidente. E mentre in Egitto il fucile era in mani salde e compatte,
qui in Libia la cosa non era del tutto scontata e il decrepito Rais era
men che meno decrepito. Ora che con la forza ha riconquistato il
territorio in parte ribelle, e il suo defenestramento appare men che
meno probabile riusciranno le nostre diplomazie europee a rimangiarsi
tutto quello che hanno detto del rais e riallacciare rapporti
diplomatici ed economici? Riuscirà il nostro à premier a far ritirare le
parole di odio e di tradimento rivolte dal rais verso il nostro paese?
Sarà un bel film da vedere!
Val la pena, spendere qui qualche parole per dimostrare, se mai ce ne
fosse bisogno, lo stato angoscioso dell'europa politica , dell'assenza
di visione di politica estera, di strategie a lunga gittata che possa
pianificare e costruire una che sia una politica nel mediterraneo ( e
non solo)?
E gettiamo un velo pietoso sul nostro ministro che ha dimostrato di
essere come quel famoso fumetto degli anni sessanta. Tiramolla si
chiamava. Si allungava e si ritraeva alla bisogna. Prima si è messo a
novanta gradi, poi tirato per le orecchie si è accodato alle parole di
condanna, più violente dei più violenti degli europei dichiarando di
mettere a disposizione il suolo italiano e le basi militare per il
bombardamento della Libia, poi ad esprimere parole di condanno verso il
rais come uomo e come statista, ora ha fatto subito marcia indietro
dichiarando che non si può cacciare Gheddafi e che con lui o i suoi
successori bisogna convivere e trovare motivi di coesistenza "''l'unica
opzione sarebbe la 'coalition of the willings' (la coalizione dei
volenterosi )
Ma si può?
E va bene che la politica è l'arte della mediazione, e la guerra la
politica fatta con altri strumenti ma qui siamo alla dimostrazione che
sia la puttana della serietà e della coerenza